UNA STORIA A PUNTATE DI RICORDI E MISTERI.
Il "bottino di Lima" è il più leggendario dei tesori perduti http://it.wikipedia.org/wiki/Tesoro_dell'Isola_del_Cocco

lunedì 3 febbraio 2014

4. OGNI UOMO E' MILLE ISOLE



INTRO: Northbound - Forward (free download)

La linea sottile tra giorno e notte è talmente vicina da poterla toccare solo affacciandosi dalla finestra.
Sento la stanchezza di un giorno di lavoro colpirmi senza preavviso.
Mi strofino gli occhi, cerco posizioni scomode, ma il sonno mi bracca e non riesco a tenerlo a freno con l'adrenalina.
Lui se ne accorge.
"Continuiamo un'altra volta"
"No. No... Sono solo un pò stanco"
"C'è il divano, se vuoi"
Sì, la forza gravitazionale del divano sta diventando irresistibile.
"Riposa. Ormai, non c'è fretta"
Mi sdraio in posizione fetale e questo basta perchè ogni mia difesa crolli in un istante. Mi addormento pesantemente, ma non c'è quiete: solo un rincorrersi di sogni inconsueti dominati dal mare. Ogni tanto apro gli occhi incerti e, tra le candele che si spengono, c'è sempre la sua ombra, lì sulla poltrona, immobile.


Mi sveglio solo con la luce del giorno. Mi alzo di scatto. Lui non si è mosso e di nuovo sono costretto a chiedermi se sia ancora vivo o meno.
"Scusami... sono crollato... non volevo..."
I suoi pensieri sono altrove, allora mi stiro la schiena rattrappita e cerco un aggancio per richiamarlo alla realtà.
"Vuoi mangiare qualcosa?"
Non sembra interessato, ma raggiungo la piccola cucina lì accanto e cerco in giro finchè non trovo un pacchetto di biscotti.
"Devi mangiare qualcosa. Io ho fame"
Mi accontenta e si porta un biscotto alla bocca, ma a quel ritmo lo finirà a mezzogiorno.
"Dove eravamo rimasti?"
Riprende la storia come se l'avesse interrotta cinque secondi fa.


"Quando attraccai al pontile dell'isola, ero affamato. Di verità, di ricerca, di lei. La giornata era splendida, calma, tiepida e profumata, ma sentivo solo il mio sangue ribollire. Terrence mi aveva descritto la barca che aveva noleggiato. In quel porto, l'unico, non c'era. Mi colse una disperazione smaniosa. Nessuna delle poche anime che incontrai sembrava aver visto Heith. Non mi scoraggiai anche se ormai avrebbe potuto essere ovunque, dopo essere salita sulla barca di qualcun altro. L'isola aveva un centro piccolo, ma moderno, abitato da stranieri. Vagai a caso, continuai a chiedere inutilmente. Alla fine cedetti, mi chiusi in un bar e iniziai a bere. 



Quando mi buttarono fuori era notte e non era il caso di riprendere il mare, in quelle condizioni. Ripresi a camminare, barcollando senza meta, parlando con me stesso mentre l'umidità della sera tropicale mi si appiccicava addosso come un sudario. Alla fine dell'unica strada notai in lontananza un fuoco nel bosco. Imprudente, volli raggiungerlo e arrivai così al villaggio dei veri, indigeni, abitanti dell'isola. Non era altro che un cumulo maleodorante di capanne di legno e lamiera disposte a cerchio. Nel centro, quella sera un grosso falò brillava spandendo le sue ceneri verso il cielo. Pensai che sul mare doveva essere visibile da molto lontano. Il canto malinconico si interruppe non appena ebbi varcato il confine del villaggio. Un centinaio di occhi convogliarono le loro luci su di me, che non sapendo cosa fare o dire me ne stetti lì, a guardare il fuoco che divorava la legna salmastrosa."
Penso a quel momento, al sentirsi solo, ubriaco, tra sconosciuti, in un luogo sconosciuto, forse pericoloso e non riesco a trattenermi.
"Lei, era lì?"
"Non più. Ma era stata lì. Era impossibile non capirlo."
"Perché?"
disegno Giovanni Marsili

"Il suo tatuaggio, quello con la tartaruga. Era ovunque. Disegnato sulle capanne, sulla pelle di quella povera gente... anche per terra, a circondare il falò. Quando me ne accorsi, complice l'alcool, mi colpì come uno schiaffo un'onda di terrore. Mi sedetti e mi accorsi che quelle genti si stavano avvicinando a me, lentamente, e avvicinandosi riprendevano a cantare, qualcosa di gutturale, profondo, lugubre. Due mangiatori di fuoco iniziarono a sputare scintille e fiamme verso il cielo. Pensai di scappare, ma le gambe non rispondevano. Alzai gli occhi verso la luce accecante del fuoco e quello che vidi mi mandò quasi all'altro mondo: un essere fatto di fumo e scintille volteggiava sopra le fiamme e guardava me, solo me. Non ressi e svenni. Quando mi svegliai era giorno, ero sdraiato tra le ceneri nere e intorno a me non c'era più nessuno".

CONTINUA IL 10/2 QUI E SU RADIOSTILE.IT


OUTRO: Black Rebel Motorcycle Club
            Beat the devil's tatoo LIVE (free download)


Foto: Pixabay.com
Musica: Freemusicarchive.org
Disegni: Giovanni Marsili giovannimarsili84@gmail.com 

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